Quando ho aperto questo blog mi ero ripromesso di non finire per parlare soltanto di videogiochi. Promessa mantenuta: per più di tre mesi non ho parlato di niente. Nessuna soluzione più semplice di rimandare il fatidico momento della pubblicazione di un secondo post al grido di “Eh, ma così parlerei soltanto di videogiochi!”. Nel frattempo però è successo qualcosa che francamente non poteva essere taciuto:
Piccolo passo indietro a beneficio di chi non c’era (o di chi c'era ma era distratto): nel 2017 il presidente di The Pokémon Company annuncia contemporaneamente il porting Switch di Pokkén Tournament e un nuovo RPG della serie principale in arrivo nel 2018. Su Switch? Sì! Nel 2018? Esatto! Cosa sappiamo? N i e n t e! Niente sapremo per i restanti mesi dell’anno e buona parte del 2018. È tutto molto sospetto, perché di solito non si annuncia un salto generazionale del genere per poi far calare il silenzio fino a cinque mesi prima dell’uscita. Il motivo di tanto riserbo lo trovate embeddato qualche riga sopra: il nuovo core Pokémon RPG in realtà è stato rimandato al 2019 e quest’anno uscirà un remake del classicone Pokémon Giallo. Anzi, ne usciranno due: si chiamano - era già emerso qualche settimana prima, ma la conferma arriva soltanto il 29 maggio - Pokémon Let’s Go, Pikachu! e Pokémon Let’s Go, Eevee!, perché già da qualche mese in una mossa senza precedenti Eevee è stato promosso a mascotte ufficiale del brand allo stesso livello di Pikachu. Sulla carta è uno scenario idilliaco: il nuovo capitolo della saga principale uscirà con calma tra un anno, senza dover scendere a compromessi con uno sviluppo frettoloso, mentre questo momento di pausa sarà colmato dal più classico dei remake. Anche se stavolta di classico c’è ben poco.
Eccolo il reato di lesa maestà: Pokémon Let’s Go prova davvero a stravolgere la struttura dei giochi più tradizionali. Lo fa con qualche accorgimento qua e là: il più grosso è rivoluzionare la fase di cattura, prendendo in prestito il meccanismo iper semplificato (ma non iper semplice) di Pokémon GO. I Pokémon selvatici compaiono direttamente sulla mappa ed è possibile dribblarli senza sviluppare la fobia dell’erba alta o una dipendenza da repellente. L'accumulo di esperienza di conseguenza si sposta prepotentemente verso la fase di cattura e sarà possibile trovare Pokéball un po' ovunque, anche come ricompensa dopo aver sconfitto un allenatore. Erano mesi che si mormorava di meccaniche stravolte e i rumor sono stati rispettati, sì, ma nel modo più prudente possibile: il fulcro resta lo stesso, delle ultra novità stavolta ci sono per davvero ma The Pokémon Company è ferma nel ribadire che è solo un esperimento. Vediamo come va, nel caso state tranquilli che nel 2019 tutto tornerà come prima, adesso accontentiamo chi è in cerca di novità e ci riprendiamo i giocatori arrivati con Pokémon GO, ma senza far preoccupare i fan duri e puri. A questo giro - insomma - non scontentiamo davvero nessuno.
E invece il web è in rivolta. Tutto è diventato improvvisamente un terreno di scontro accesissimo. La grafica? Orrenda. Le nuove idee? Terribili. Il target? Pensano solo ai casual e non ai veri fan. Pokémon è morto, viva i Digimon. Intendiamoci: è tutto è drammaticamente vero. La povertà di idee e la cura del dettaglio che stanno trapelando dai trailer (qui il secondo, inspiegabilmente inutile) non lasciano ben sperare sulla qualità del gioco finale. Non che Pokémon abbia mai ambito a essere un capolavoro in termini assoluti, neanche nelle sue installazioni più riuscite, ma stavolta più che mai sembra non voler ambire a più di una sufficienza scarsa. Al tempo stesso però le parole di The Pokémon Company rimbombano: «È. SOLO. UN. ESPERIMENTO». Stavolta sono soprattutto i fan della prima ora a non farcela, trasformando i dubbi legittimi in analisi a dir poco sommarie:
No, Nintendo non sta sbagliando nulla. Sta facendo un gioco che non è rivolto a voi e fa male - male da morire, me ne rendo conto - ma è la verità. Un gioco che magari lascerete sullo scaffale, un gioco che potrebbe finire a finanziare il prossimo vero Pokémon, quello che ci godremo anche noi fan della prima ora. Un gioco per chi venti anni fa non c'era e che potrà rivivere quell'esperienza con gli standard del 2018. Un gioco per chi venti anni fa c'era ma poi si è allontanato e vuole riavvicinarsi un passo alla volta. Fa male, dicevamo, ma basta un respirone e vi garantisco che andrà tutto bene.
Ah, quasi dimenticavo: un gioco con gli artwork più belli della saga.
Piccolo passo indietro a beneficio di chi non c’era (o di chi c'era ma era distratto): nel 2017 il presidente di The Pokémon Company annuncia contemporaneamente il porting Switch di Pokkén Tournament e un nuovo RPG della serie principale in arrivo nel 2018. Su Switch? Sì! Nel 2018? Esatto! Cosa sappiamo? N i e n t e! Niente sapremo per i restanti mesi dell’anno e buona parte del 2018. È tutto molto sospetto, perché di solito non si annuncia un salto generazionale del genere per poi far calare il silenzio fino a cinque mesi prima dell’uscita. Il motivo di tanto riserbo lo trovate embeddato qualche riga sopra: il nuovo core Pokémon RPG in realtà è stato rimandato al 2019 e quest’anno uscirà un remake del classicone Pokémon Giallo. Anzi, ne usciranno due: si chiamano - era già emerso qualche settimana prima, ma la conferma arriva soltanto il 29 maggio - Pokémon Let’s Go, Pikachu! e Pokémon Let’s Go, Eevee!, perché già da qualche mese in una mossa senza precedenti Eevee è stato promosso a mascotte ufficiale del brand allo stesso livello di Pikachu. Sulla carta è uno scenario idilliaco: il nuovo capitolo della saga principale uscirà con calma tra un anno, senza dover scendere a compromessi con uno sviluppo frettoloso, mentre questo momento di pausa sarà colmato dal più classico dei remake. Anche se stavolta di classico c’è ben poco.
Eccolo il reato di lesa maestà: Pokémon Let’s Go prova davvero a stravolgere la struttura dei giochi più tradizionali. Lo fa con qualche accorgimento qua e là: il più grosso è rivoluzionare la fase di cattura, prendendo in prestito il meccanismo iper semplificato (ma non iper semplice) di Pokémon GO. I Pokémon selvatici compaiono direttamente sulla mappa ed è possibile dribblarli senza sviluppare la fobia dell’erba alta o una dipendenza da repellente. L'accumulo di esperienza di conseguenza si sposta prepotentemente verso la fase di cattura e sarà possibile trovare Pokéball un po' ovunque, anche come ricompensa dopo aver sconfitto un allenatore. Erano mesi che si mormorava di meccaniche stravolte e i rumor sono stati rispettati, sì, ma nel modo più prudente possibile: il fulcro resta lo stesso, delle ultra novità stavolta ci sono per davvero ma The Pokémon Company è ferma nel ribadire che è solo un esperimento. Vediamo come va, nel caso state tranquilli che nel 2019 tutto tornerà come prima, adesso accontentiamo chi è in cerca di novità e ci riprendiamo i giocatori arrivati con Pokémon GO, ma senza far preoccupare i fan duri e puri. A questo giro - insomma - non scontentiamo davvero nessuno.
E invece il web è in rivolta. Tutto è diventato improvvisamente un terreno di scontro accesissimo. La grafica? Orrenda. Le nuove idee? Terribili. Il target? Pensano solo ai casual e non ai veri fan. Pokémon è morto, viva i Digimon. Intendiamoci: è tutto è drammaticamente vero. La povertà di idee e la cura del dettaglio che stanno trapelando dai trailer (qui il secondo, inspiegabilmente inutile) non lasciano ben sperare sulla qualità del gioco finale. Non che Pokémon abbia mai ambito a essere un capolavoro in termini assoluti, neanche nelle sue installazioni più riuscite, ma stavolta più che mai sembra non voler ambire a più di una sufficienza scarsa. Al tempo stesso però le parole di The Pokémon Company rimbombano: «È. SOLO. UN. ESPERIMENTO». Stavolta sono soprattutto i fan della prima ora a non farcela, trasformando i dubbi legittimi in analisi a dir poco sommarie:
No, Nintendo non sta sbagliando nulla. Sta facendo un gioco che non è rivolto a voi e fa male - male da morire, me ne rendo conto - ma è la verità. Un gioco che magari lascerete sullo scaffale, un gioco che potrebbe finire a finanziare il prossimo vero Pokémon, quello che ci godremo anche noi fan della prima ora. Un gioco per chi venti anni fa non c'era e che potrà rivivere quell'esperienza con gli standard del 2018. Un gioco per chi venti anni fa c'era ma poi si è allontanato e vuole riavvicinarsi un passo alla volta. Fa male, dicevamo, ma basta un respirone e vi garantisco che andrà tutto bene.
Ah, quasi dimenticavo: un gioco con gli artwork più belli della saga.